preghiera
Amare il milanesone reazionario di Franco Branciaroli
Il grande attore di teatro debutta anche come romanziere, e fa dire "zingari" e "culattoni" al suo protagonista. Un vortice superespressionista che viaggia da Gadda al Cumenda vanziniano
Se i giovani sono obbedientissimi, come aveva notato amaramente Vitaliano Trevisan a inizio pandemia, ci si rivolga ai vecchi ribelli, a chi non ha niente da perdere e molto da dire come Franco Branciaroli, classe 1947. “La carne tonda”, romanzo d’esordio pubblicato dall’eroico editore Aragno, è di una libertà che fa impressione. Il protagonista è un pensionato benestante, un erotomane con la passione per le donne incinte (libro parecchio pornografico, dunque), un milanesone reazionario che dice “culattoni” e “zingari”, che ama la cassoeula e odia le isole pedonali (mon semblable, mon frère!)… L’autore è un grande attore di teatro che non ha paura di nulla, nel risvolto rivendica il lavoro svolto con Tinto Brass, nelle pagine fa vorticare una lingua superespressionista che viaggia da Gadda al Cumenda vanziniano, in bocca al protagonista mette frasi come: “La povera figa svalutata e di minoranza poco manca che passi per fascista e infine voglio credere devo credere che le donne si ribellino a questa gigantesca lobby degli escrementi e decidano di non votare più anzi di votare gli avversari dei partiti che si fanno vanto di paritare la culatta”. Astenersi stomaci delicati e ammiratrici di Beppe Sala.