Thomas Jones, "Veduta dei campi Flegrei" (Wikimedia Commons) 

preghiera

Chi viaggia ringrazi il Cielo di viaggiare nel 2022

Camillo Langone

Nel Settecento si veniva taglieggiati dai doganieri, truffati dai postiglioni, minacciati dagli osti, derubati dai ladri. Nelle locande c’era poco da mangiare, la carne era rarissima, il cibo puzzava, il vino era aceto. Leggere dei grand tour degli artisti per credere

Chi viaggia ringrazi il Cielo di viaggiare nel 2022. Se ha dubbi in proposito legga “Diario di viaggio a Roma e Napoli (1776-1783)” di Thomas Jones (Quodlibet), tradotto da Mario Praz. Jones era un pittore gallese che come tanti artisti nordeuropei dell’epoca riteneva indispensabile un tuffo nel pittoresco e nella classicità. Viaggiare nel Settecento significava passare settimane dentro una carrozza, nei tratti migliori, o sopra un mulo, nei tratti peggiori, quando anche grandi vie di comunicazione come il Moncenisio si riducevano a sentiero, o addirittura a piedi quando gli animali non ce la facevano, o quando non se ne trovavano: Jones andava a piedi da Roma ai Castelli romani e ritorno, da Napoli a Portici, da Napoli a Pozzuoli… Si veniva taglieggiati dai doganieri, truffati dai postiglioni, minacciati dagli osti, derubati dai ladri. Nelle locande c’era poco da mangiare, la carne era rarissima, il cibo puzzava, il vino era aceto, le camere non erano riscaldate, le lenzuola erano bagnate, ci si coricava vestiti. Il peggio per Jones fu alla Storta, 9 miglia da Roma: “Fummo costretti a buttare il letto, le lenzuola e tutto il resto sul pavimento e dormire sui tavolazzi. Nonostante ciò fummo tormentati da insetti di ogni genere e non potemmo chiudere occhio tutta la notte”. Chi viaggia ringrazi il Cielo di viaggiare nel 2022.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).