preghiera
Che fare quando un ristorante ha un unico pregio tra tanti difetti?
Il miracolo di trovare i tubettini con le cozze sulla costa barese, in un locale brutto e sciatto, dove entri e ti senti subito impolverato. Che fai, lo consigli?
Prego di rispondere alla seguente questione di metodo: di un ristorante vanno tenuti in maggiore considerazione i meriti o le colpe? Io, realista convinto che i ristoranti belli e buoni sotto ogni aspetto siano un’utopia, vorrei concentrarmi sui pregi: ma quando il pregio è soltanto uno e quasi tutto il resto fa schifo? Mi trovavo sulla costa barese e sono capitato in un ristorante ben recensito, molto affollato e fermo, dal punto di vista estetico e gastronomico, a un qualche anno fra Settanta e Ottanta (capace che ci venivano Rino Formica e Claudio Signorile, chissà). Entri e ti senti subito impolverato. Una grande sala gelida con finestre plasticose e opache, per non dire sporche, sui tavoli piantine che non vorrei sulla mia tomba, assenza di menù e carta dei vini, antipasti mediocri fra cui una tagliatella di seppia coriacea e grossolana. Nessun vino pugliese potabile ma un buon bianco irpino purtroppo servito in bicchiere sponsorizzato da una ditta di proseccaccio. Il grande pregio? I tubettini con le cozze, piatto del mio ricettario sentimentale ormai raro in assoluto e rarissimo qualora eseguito bene come in questo caso (non troppo asciutto né troppo brodoso, e senza gusci). Adesso non so se consigliarlo o meno, questo brutto e sciatto locale dai tubettini commoventi.