preghiera
Alla fine Calasso si era convinto: Gesù è il migliore
Buddha, Lao Tzu, Zeus, Siva, Brahma, Visnù, Iahvè, Allah, nella rapidissima disamina delle divinità che costituisce l’incipit di "Sotto gli occhi dell'Agnello", risultano variamente inadeguati. Una molto pasquale interrogazione sulla bianca salvifica figura
“Gesù è il migliore” scrive Roberto Calasso in “Sotto gli occhi dell’Agnello” (Adelphi). Che pertanto non era uno gnostico turistico alla René Guénon (tutte le tradizioni religiose si equivalgono, la verità è una, viva l’India, eccetera). Poco prima di morire, e forse anche molto prima di morire, Calasso si era convinto della differenza, altro che equivalenza. Della differenza ma purtroppo non della sufficienza: “Gesù è il migliore, anche se molto gli manca”. Buddha, Lao Tzu, Zeus, Siva, Brahma, Visnù, Iahvè, Allah, nella rapidissima disamina delle divinità che costituisce l’incipit, risultano variamente inadeguati. Meglio l’Agnello, per quanto difficile da comprendere. “Sotto gli occhi dell’Agnello” è un’affascinante e molto pasquale interrogazione sulla bianca salvifica figura, fra Vangelo, Apocalisse e storia dell’arte (lo stranissimo Polittico di Gand dipinto dai fratelli van Eyck). La risposta nel libro non c’è o almeno io non l’ho trovata perché Calasso è pur sempre un esoterico, un enigmatico (salvo che a pagina 64 dove cosa pensa degli ambientalisti climatisti lo fa capire benissimo). O magari consiste proprio in quel “Gesù è il migliore…”, affermazione un po’ parziale ma che va tesaurizzata. Comunque Gesù è il migliore. E sono le ultime parole dell’ultimo gnostico.