preghiera
Ho trovato un Lambrusco intrinsecamente pasquale
Il vitigno più antico, presente ben prima dell’arrivo dei greci, e più versatile d’Italia. Il Lambrusco si abbina a ogni cibo, funziona perfino coi popcorn, come cantava Ligabue. Ma quello rifermentato in bottiglia è quello giusto per festeggiare la resurrezione
Con l’agnello va bene un Lambrusco di qualsivoglia varietà, con le ostriche (domani per antipasto non mi dispiacerebbero delle ostriche) ci vuole il Lambrusco di Sorbara. Il Lambrusco è il vitigno più antico, presente ben prima dell’arrivo dei greci, e più versatile d’Italia (forse del mondo ma non vorrei esagerare, i vitigni italiani li conosco più o meno tutti mentre qualche vitigno armeno o georgiano mi è senz’altro sfuggito…). Il Lambrusco si abbina a ogni cibo, funziona perfino coi popcorn, come cantava Ligabue. La varietà parmigiana Maestri, di colore nero, è perfetta col cotechino e il cavallo, la varietà modenese Sorbara, di colore chiaro e a volte chiarissimo, da bersi dunque freddissima, estende la sua giurisdizione fino al mare. Io poi ho capito che il Lambrusco nella versione rifermentata in bottiglia (ad esempio il Lambrusco del Fondatore, appunto un Sorbara) è intrinsecamente pasquale. Se a Pasqua si mangiano le uova perché simboleggiano la vita, si beva questo Lambrusco che al confronto gli altri vini sembrano morti, questo Lambrusco non filtrato, un po’ torbido, pullulante di lieviti che lo fanno muovere e respirare. Un vino vivo come le ostriche pugliesi un attimo prima che il mio ostricaro le agguanti per aprirmele davanti agli occhi.