preghiera
A messa senza mascherina, dopo ventisei mesi
Finalmente si torna a pregare a viso scoperto. Ma per non turbare i cattocovidisti è meglio restare in disparte
Domenica sera la prima messa di precetto dopo ventisei mesi. Ventisei mesi! Una grande chiesa semivuota e io seduto in fondo, per non turbare i cattocovidisti con mascherina, pregando Dio che mi tenesse lontano eventuali raccomandatori della medesima perché scarseggio di mitezza evangelica. Del tradimento dei chierici non mi sono troppo stupito (se San Pietro, spaventato dalla gente, ha rinnegato Cristo tre volte non era logico aspettarsi eroismi dal cardinale Bassetti). Del tradimento dei laici tantomeno: mai creduto che credessero davvero nella vita eterna, siamo mica nel Medioevo. Sono più stupito di essere vivo: oltre alla polmonite cinese che tanto ha appassionato le masse globali, in ventisei mesi era più probabile morissi del tradizionale infarto. E invece sono ancora qui. A pregare a viso scoperto colui che facendosi uomo mi ha deificato, mi ha liberato, mi ha insegnato a non offrire incenso agli idoli (tantomeno all’idolo mortifero denominato Salute). Sia lodato Gesù Cristo.