preghiera
L'insopportabile manicheismo degli artisti attivisti
Per il superimpegnato e superimpegnativo Anselm Kiefer l’artista deve “farsi carico del peso di colpe millenarie”. Puro piombo. Meglio Boldini e Palizzi
Nemmeno Pasolini aveva sempre ragione. La frase usata da Vincenzo Trione come esergo di “Artivismo. Arte, politica, impegno” (Einaudi) è di un manicheismo insopportabile: “I capolavori sono sempre ideologici e politici”. Potrebbe essere sottoscritta dai supermanichei artisti contemporanei di cui parla Trione, critico d’arte un po’ critico dell’arte politica e un po’ no, visto che giudica benevolmente il superimpegnato e superimpegnativo Anselm Kiefer, uno per il quale l’artista deve “farsi carico del peso di colpe millenarie”. Puro piombo. Gli artivisti sono gli artisti attivisti che “contestano l’irresponsabilità, la non-partecipazione, la diserzione morale” e forse a questo mondo servono perfino loro perché mettono voglia di tagliare la corda, di andarsi a vedere una mostra di Giovanni Boldini piena di marchese e di levrieri, o di Filippo Palizzi, con le pastorelle e le caprette. Viva le caprette!