preghiera
Tra produttori e consumatori passa la differenza che c'è tra libertà e sottomissione
Alle fiere vedi solo gente che ama prendersi dei rischi. Per tutti gli altri, abituati a essere passivi e alla covidomania, ci sono i concorsi pubblici
Superiorità dei produttori sui consumatori: al supermercato son tutti lì con la mascherina, chiusi ostinatamente in sé stessi, concentrati su una mediocre sopravvivenza, mentre al Cibus (la grande fiera di Parma dedicata all’agroalimentare) nei giorni scorsi erano quasi tutti a volto scoperto. Che spettacolo! Finalmente ci si dava la mano, finalmente ci si abbracciava, finalmente (nei casi di maggiore intimità) ci si baciava (io ho baciato parecchio). Tutto ciò ha comportato qualche rischio, certo. Accettato dai produttori direi per statuto: chi non accetta il rischio non può fare l’imprenditore, deve fare i concorsi pubblici.
I produttori ovvero gli imprenditori sono tendenzialmente, necessariamente generosi di sé, aperti agli incontri, mentre i consumatori possono permettersi l’avarizia, la chiusura, la covidomania. La produzione è attività, invenzione, il consumo è passività, ripetizione. Il produttore ama la libertà, il consumatore cerca la protezione dello Stato... Anch’io, come un mio amico albergatore, vorrei una fiera alla settimana. Preferibilmente di cibo o di vino. Voglio vedere tante facce, voglio fare una scorpacciata di facce di persone che lavorano per dare da mangiare anche alle persone senza forza e senza faccia.