Giacomo Poretti (LaPresse)  

preghiera

Meglio un bravo infermiere che un cattivo medico

Camillo Langone

Prima del successo come comico, il Giacomo di Aldo, Giovanni e Giacomo ha fatto per undici anni l’infermiere all’ospedale di Legnano. E il libro "Turno di notte" scaturisce da quell’esperienza. Bisogna mettere voglia di fare mestieri indispensabili come questo

Ci sono medici capaci e medici balordi, ma tutti gli infermieri devono saper fare gli infermieri. L’ho pensato leggendo “Turno di notte” di Giacomo Poretti (Mondadori). Prima del successo come comico, il Giacomo di Aldo, Giovanni e Giacomo ha fatto per undici anni l’infermiere all’ospedale di Legnano. E il libro com’è ovvio scaturisce da quell’esperienza. Giacomo scrive giustamente da comico ma ci sono momenti in cui è impossibile scherzare: vi risparmio il virgolettato, dico soltanto che la descrizione dei compiti dell’infermiere non fa venire voglia di fare l’infermiere. Eppure è un mestiere indispensabile e bisognerebbe mettere voglia di fare mestieri indispensabili, non di fare mestieri inutili (gran parte dei mestieri definiti con parole inglesi, tanto per cominciare). Bisognerebbe diffondere l’orgoglio di fare l’infermiere. Non mi sembra impossibile. Io riesco a trarre vanto da una competenza infermieristica piuttosto piccola: so fare le punture. Non mi piace farle, e ci mancherebbe, ma all’occorrenza le faccio. Non credo nemmeno di essere bravo però sono convinto che un uomo che sa fare le punture valga più di un uomo che non sa farle. Così come un bravo infermiere vale più di un cattivo medico.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).