preghiera
Invidio San Cutberto, mangiatore di bistecche di delfino
Lo racconta Beda il venerabile nella sua agiografia. Io, che un mosciame di delfino come tradizione ligure comanda(va) mai sono riuscito a mangiarlo, lo ringrazio per questo magnifico esempio di onnivorismo cristiano, di antropocentrismo medievale
San Beda il Venerabile, oggi è la tua festa e virgoletto la “Vita Sancti Cuthberti”, agiografia che dedicasti a un santo monaco delle tue disamene parti, l’estremo nord dell’Inghilterra. Cutberto, trovatosi senza cibo nel giorno dell’Epifania, forse con un paio di confratelli ancora più affamati di lui, dice: “La terra è desolata, ricoperta di neve, una tempesta imperversa e il mare è una furia di onde, stiamo morendo di fame e non c’è possibilità di aiuto umano. Allora assaliamo il Cielo con le preghiere, chiedendo a quello stesso Signore che ha aperto il Mar Rosso e ha nutrito il suo popolo nel deserto, di avere pietà di noi. Non ci lascerà andare digiuni proprio oggi. Andiamo avanti e cerchiamo il banchetto: sicuramente provvederà a farci celebrare con gioia la sua festa”. Dio condusse il Santo sulla riva e gli fece trovare tre belle bistecche di delfino, pronte da cuocere (“three cuts of dolphin meat, ready to cook”). Cutberto si inginocchiò per ringraziare e poi ovviamente banchettò. Io, che un mosciame di delfino come tradizione ligure comanda(va) mai sono riuscito a mangiarlo, ti ringrazio, Venerabile Beda, per questo magnifico esempio di onnivorismo cristiano, di antropocentrismo medievale. Dal fondo di un secolo pagano che tutela un delfino più di un bambino nel ventre della madre.