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Femminismo e darwinismo, la poetica di Mariangela Gualtieri non mi incanta

Camillo Langone

Nell'introduzione a "L'incanto fonico. L'arte di dire la poesia", c'è un giusto lamento: "Ora che la lingua viene così mortificata, e le nostre vite sembrano sempre più ingabbiate…". Peccato che il resto del testo rinchiuda la lingua in tutte le gabbie del conformismo odierno

Non mi incanti, Mariangela. Mariangela Gualtieri, l’ho letto il tuo nuovo libro, “L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia”, e l’ho letta l’introduzione con quel giusto lamento: “Ora che la lingua viene così mortificata, e le nostre vite sembrano sempre più ingabbiate…”. Peccato che il resto del testo mortifichi la lingua e la rinchiuda in tutte le gabbie che il conformismo odierno mette a disposizione. Nella gabbia del femminismo, quando scrivi “Sono nata come poeta in teatro” e quando scrivi “Poete e poeti”, assestando due coltellate all’incantevole parola “poetessa”. Nella gabbia dell’antispecismo e dunque nella gabbia delle bestie, quando scrivi “Astanti umani e umane”, come se a questo mondo potessero esistere astanti animali. Nella gabbia del darwinismo, ancora gabbia bestiale, quando scrivi del “preumano di scimmia antropomorfa da cui proveniamo”. Mariangela, ti informo, io sono fatto a immagine e somiglianza di Dio, forse l’orango è nonno tuo…

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).