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Le neuroscienze non sono innocenti

Camillo Langone

Un avviso del filosofo Riccardo Manzotti. Ridurre l'esistenza umana alla corporeità significa "espropriare gli individui del diritto di autodeterminarsi". Dunque anche di chiuderli in casa con il cosiddetto lockdown

“Le neuroscienze non sono innocenti” avvisa il filosofo Riccardo Manzotti in “Leviatano sanitario e crisi del diritto”, volume collettivo a cura di Carlo Lottieri (Giometti & Antonello). Non è una lettura amena e come potrebbe. “Lo sviluppo della medicina e in particolare delle neuroscienze, unito con il declino di visioni metafisiche classiche, ha posto in discussione la natura dell’esistenza umana, di fatto riducendola alla corporeità”. Manzotti, professore alla Iulm, studioso della coscienza e dell’intelligenza artificiale, continua: “L’identità tra persona e corpo è politicamente pericolosissima perché espropria gli individui del diritto di autodeterminarsi. Se noi siamo il nostro corpo, una fonte esterna (per esempio la scienza o la medicina) avrà una conoscenza superiore del nostro corpo di quanto noi potremo mai sperare di avere. E alla conoscenza, ovviamente, segue il potere decisionale”. Al termine del suo intervento Manzotti non tira conclusioni metafisiche e perciò le tiro io, sono qui apposta: se Dio non esiste tutto è permesso, anche la “carcerazione domiciliare generalizzata” (come Carlo Lottieri definisce, nell’introduzione, il cosiddetto lockdown).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).