Preghiera
Il nichilismo del turismo in Puglia
A chi vuole avere nel piatto del pesce pugliese non resta che farsi amico un pescatore
Il turismo è nichilismo che annichila la Puglia. Ad Alberona, in Capitanata, una coppia di forestieri ha chiesto e ottenuto il silenzio delle campane della chiesa madre: niente più rintocchi a partire dalle dieci di sera, Dio ammutolito col consenso del vescovo. A Trani, in Terra di Bari, imperversano le celebrità tatuate, Måneskin, Achille Lauro, Elodie, che vanno a mangiare dove servono vellutate al wasabi, “donut’s di seppia”, risotti ostrica oro e champagne, e fresh-cream, sashimi, “perle di yuzu”, e dove le spigole vengono chiamate branzini per rinnegamento di sé e genuflessione ai settentrionali… E allora per avere nel piatto il mare pugliese, ciò che nei ristoranti nichilisti non si trova e nemmeno nelle pescherie, ci si faccia amico il pescatore che prende i granchi favolli, o pelose, e i pomodori di mare, e le telline e le patelle (al posto delle ostriche Gillardeau prive di significato come una canzone di Elvis Presley cantata da Damiano David).