Preghiera
La musica pop coglie davvero lo spirito del tempo, ma lo spirito adesso è tossico
In periodo di campagna elettorale, quando tutti gli artisti cercano di influenzare il voto con le loro polemiche, sarebbe meglio passare alla musica classica, che non parla di elezioni
San Matteo, ho visto il video dell’Asiago Festival, girato anche nel duomo a te intitolato, e mi è dispiaciuto tanto di non essere lassù, ad ascoltare organi e pianoforti, arpe e violoncelli. E non solo per gli organi e i pianoforti, le arpe e i violoncelli. E nemmeno per l’evidente divario termico fra l’altopiano verde e il luogo dove mi trovo, giallastro di siccità. Non sono mai stato un appassionato di musica classica, sono uno che a primavera fatica ad ascoltare le canzoni dell’autunno precedente perché mi suonano datate, essendo di un altro anno. Sono ossessionato dal presente e sono convinto che nulla come la musica pop colga lo spirito del tempo. Ma come si fa quando lo spirito è maligno, perennemente polemico, evidentemente tossico? Anche all’attualismo c’è un limite e il mio limite si chiama campagna elettorale: San Matteo, volevo essere ad Asiago, al festival di musica classica che si conclude oggi, perché Vivaldi, Bach e Schubert sono gli unici musicisti che non mi faranno mai sapere per chi voteranno alle prossime elezioni.