Preghiera
L'ottima compagnia degli alberi
Pur di non parlare di politica e voto, in campagna elettorale è meglio passare il proprio tempo con le piante e scoprire la tranquillità che donano
La misantropia, esacerbata dal momento, è tale che passo il tempo con gli alberi. Con gli alberi monumentali. Da una mezza vita pedalo in Cittadella e non mi ero mai accorto di alcuni esemplari valorosi. C’è voluta questa campagna elettorale perchè mi interessassi a loro: ex malo bonum. Siccome sono un sincero antidemocratico, siccome non voglio in alcun modo mescolarmi al popolo sovrano che per ben due volte ha votato contro l’energia nucleare, dunque a favore del presente disastro, siccome non voglio che qualcuno mi chieda “Tu cosa voti?” (domanda che considero non meno volgare di “Tu quanto guadagni?” o “Tu quante volte lo fai?”), la sera non esco per incontrare persone, esco per incontrare alberi. In Cittadella il grande pioppo l’avevo anche visto ma non mi ero mai soffermato, un pioppo nero o forse no (ammetto la mia difficoltà a distinguere populus nigra e populus alba, per giunta al tramonto). Mentre non avevo mai notato il bel bagolaro sullo stesso bastione e, in fondo al bastione più meridionale, dedicato a San Pietro, il maestoso acero di monte accompagnato da un acero più piccolo. Io pedalo, mi avvicino, scendo dalla bicicletta, faccio qualche foto, mi avvicino ancora, tocco una foglia, mi allontano un po’, resto in contemplazione. Mi danno molta tranquillità. Non parlano. Non votano.