Gli affreschi di Giotto ad Assisi (Wikipedia) 

preghiera

Perché recito il Padre Nostro a mani giunte

Camillo Langone

Qualcosa, o qualcuno, mi obbliga alla posizione medievale e francescana, purtroppo pubblicamente avversata dal Papa e dall’Ordinamento generale del messale romano. Ma c'è un motivo

A mani giunte prego che mi si perdoni la preghiera a mani giunte. Per una vita ho recitato il Padre Nostro, durante la Messa, con le mani intrecciate, da qualche mese lo faccio a mani giunte. Non l’ho deciso: una certa domenica non sono riuscito a non farlo, e da allora è andata sempre così. Quasi tutti gli altri fedeli pregano con le braccia aperte, o comunque con i palmi delle mani verso l’alto: posizione corretta, paleocristiana, documentata sui muri delle catacombe. Eppure qualcosa, o qualcuno, mi obbliga a pregare a mani giunte, posizione medievale e francescana, testimoniata dagli affreschi della Basilica Superiore di Assisi. Purtroppo è una posizione pubblicamente avversata dall’antifrancescano Papa Francesco. E indirettamente sconsigliata dall’Ordinamento Generale del Messale Romano: “L’atteggiamento comune del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei membri della comunità cristiana riuniti per la sacra liturgia”. Io pregando a mani giunte mi disunisco dai miei contemporanei e rischio di somigliare non all’irraggiungibile Alter Christus bensì all’arrogante, militaresco, forse fratricida Federico da Montefeltro della Pala di Brera. Percepisco il pericolo, temo l’errore, ma non posso farci nulla se, di fronte a Dio, mi è rimasta soltanto la supplica.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).