Croce con don Sturzo (Olycom) 

preghiera

Non possiamo non dirci crociani

Camillo Langone

“Mi recavo all’università, ma più volentieri facevo ricerche in libri su temi scelti da me e con metodo e preparazione che andavo formando da me”. In questi tempi di rigonfiamento statalista in campo educativo, lode al filosofo che non fu mai professore e pertanto è ancora maestro

Non possiamo non dirci crociani. Noi liberali, e qui intendo per tali coloro che, sulle orme di Luigi Einaudi e don Luigi Sturzo, avversano la certificazione statale della cultura personale. Sulle orme di Einaudi, di Sturzo e appunto di Croce, che in “Soliloquio”, pagine autobiografiche ammirevolmente sagge, pubblicate ora da Adelphi, spiega come si diventa Croce: “Mi recavo all’università per il corso di giurisprudenza, ma senza interessamento, senza presentarmi agli esami. Più volentieri mi chiudevo nelle biblioteche; e vi facevo ricerche in vecchi libri su temi scelti da me e con metodo e preparazione che andavo formando da me”. In questi tempi di rigonfiamento statalista anche in campo educativo, con lo Stato che da qui al 2026 intende assumere soprattutto dottori (569.227!), il cui stipendio verrà pagato soprattutto dai non dottori, con Calenda che denigra i diplomati, con le tre lauree di Lorenzo Fontana citate come se un triplo inchino al Leviatano per un cattolico fosse un merito anziché una colpa, e col mio personalissimo piccolissimo problema di venire costantemente chiamato dottore (mi tocca sempre ripetere di non esserlo, obbligandomi a una pedanteria che odio), non possiamo non dirci crociani. Non possiamo non leggere o rileggere Croce, il filosofo che non fu mai professore e pertanto è ancora maestro.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).