preghiera
Non dare agli altri i consigli (di lettura) che non vorresti fossero dati a te
Il mio scrivere di libri è testimonianza, diario in pubblico, ognuno colga ciò che vuole secondo i suoi bisogni. Se qualche volta, preso dall’entusiasmo, mi è scappato di incitare, chiedo venia
“I tuoi sono consigli di lettura o semplici segnalazioni?”. Santissimo Iddio, se c’è una cosa che odio sono le letture obbligate, i libri assolutamente da leggere che spesso, guarda caso, mi risultano per dimensioni o lingua assolutamente illeggibili: la Recherche, l’Ulisse, il Viaggio al termine della notte... La lettura per me è un piacere, un grande piacere: dovere levati! Un piacere personale per non dire privato e dunque cerco di rispettare il seguente comandamento: non dare agli altri i consigli che non vorresti siano dati a te. Ad esempio non avrei voluto che, al termine di una messa, qualcuno mi caldeggiasse “Codice Ratzinger” di Andrea Cionci, libro che solo al sentirlo nominare agita la fiammella della mia poca fede (l’autore è convinto che Papa Benedetto sia stato obbligato a dimettersi e che oggi sia prigioniero in Vaticano, fatti possibili ma non provabili, e che comunque mi angosciano solo a pensarci, figuriamoci a leggerli). Dunque niente consigli, il mio scrivere di libri è testimonianza, diario in pubblico, ognuno colga ciò che vuole secondo i suoi bisogni. Se qualche volta, preso dall’entusiasmo, mi è scappato di incitare alla lettura di un libro, chiedo venia (solo l’Ecclesiaste non mi pento di aver consigliato, anche perché sembrerebbe sconsigliare i libri consigliati: “Molta sapienza, molto affanno”).