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Ho trovato il vino più libero del mondo

Camillo Langone

È libero perché non è Docg-Doc-Igt: non ha lauree, diplomi, patenti, non si sottomette al Leviatano. È libero perché in bottiglia da litro: in compagnia di un amico come te per nulla astemio ti risparmia gli scrupoli causati dalla 0,75

Secondo me il vino più libero del mondo è “Implicito” (Vigneti Massa, Monleale). E’ libero perchè è facile (“una Barbera facile” secondo il suo produttore, quel campione di indipendenza di nome Walter Massa): i vini difficili costringono ad assurdi sforzi interpretativi, mentre facilità è quasi sinonimo di felicità. E’ libero perché ha il tappo a vite: ti libera dalla necessità del cavatappi, dalle preoccupazioni intorno al sughero (avrà ceduto sentore al vino? Si sbriciolerà?). E’ libero perché non è Docg-Doc-Igt: non ha lauree, diplomi, patenti, in etichetta viene fieramente definito “Vino rosso d’Italia” e così sei sicuro che per metterlo in commercio nessuno ha dovuto omaggiare burocrati, compiacere esaminatori, sottomettersi oltremodo al Leviatano. E’ libero perché in bottiglia da litro: in compagnia di un amico come te per nulla astemio ti risparmia gli scrupoli causati dalla 0,75 che sta per svuotarsi, ti senti libero di versarti un bicchiere in più... E’ libero perché antifanatico, eretico rispetto al dogma ambientalista, visto che in etichetta è dichiarato: “Grazie all’ingegno umano CONTIENE SOLFITI”. Chi conosca un vino più libero me lo faccio sapere.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).