preghiera
Paolo Poli, consolazione per la censura dell'arte e della vita
"Non ho mai fumato, ma da quando sulle sigarette hanno cominciato a scrivere ‘il fumo uccide’ giro sempre con un pacchetto in tasca". Così scriveva e viveva il brillantissimo attore, da riscoprire in "Alfabeto Poli", festa dell'edonismo assoluto
“Io sono fatto così, non ho mai fumato, ma da quando sulle sigarette hanno cominciato a scrivere ‘il fumo uccide’ giro sempre con un pacchetto in tasca”. Così parlava e viveva Paolo Poli, così vorrei parlare e vivere io. Dato che non è proprio possibile, che autocensura e censura sempre più frenano arte e vita, mi consolo con la nuova edizione di “Alfabeto Poli” (Einaudi). E’ un bellissimo e rapidissimo montaggio di interviste al brillantissimo attore. Ed è la festa dell’edonismo assoluto. Innanzitutto, com’era facile aspettarsi, omosessuale: “Il matrimonio è orrendo per me. Uno è omosessuale per trasgredire mica per sposarsi”. Ma anche etero: “Qualche donna l’ho amata anch’io, da ragazzo, al tempo in cui vien duro facilmente”. E letterario: “A dieci anni ho avuto la scarlattina. Mi sono messo a leggere I promessi sposi e mi chiedevo: Perché Lucia fa tante storie e non si fa copulare?”. E musicale: “Ero un magnifico chierichetto: quelle cantatone gregoriane, che magnificenza!”. E gastronomico: “Quando torno a Firenze le mie sorelle mi fanno sempre la ribollita, ma io voglio mangiare i tournedos alla Rossini. Ne ho abbastanza di cibo da poveri”. Oggi con quale attore si potrebbe costruire un libro altrettanto ameno e amorale? Qualcuno cominci a pensare a un Alfabeto Branciaroli.