Preghiera
Buone ragioni per rileggere il “Diario degli errori” di Ennio Flaiano
“Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno...”, scriveva il giornalista e scrittore. E mette voglia di un’altra estate
“Vivere è una serie ininterrotta di errori, ognuno dei quali sostiene il precedente e si appoggia sul seguente. Finiti gli errori, finito tutto”. Il documentario di Fabrizio Corallo (ormai la memoria storica del cinema italiano) e Valeria Parisi, “Ennio Flaiano. Straniero di un patria” (lo trovate su RaiPlay), mi ha spinto a riaprire il “Diario degli errori”. Che è uno dei libri più intelligenti che abbia mai letto, e non uno dei più allegri. “Dove andare? E’ la fine, sono già maturo per finirla con questa vita che è stata un seguito di sbagli, di esaurimenti nervosi, di guai. Finirla”. Poi però il grande aforista se ne esce con questa illuminazione: “Non c’è che una stagione: l’estate. Tanto bella che le altre le girano attorno...”. E mette voglia di un’altra estate. Io non sono sicuro che la bellezza salvi il mondo: preferisco Flaiano a Dostoevskij, sono più convinto che sia l’estate a salvare, che sognare di vivere la prossima estate aiuti a non morire.