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Le donne che piacevano a Carlo Emilio Gadda
Ho letto tante volte che fosse un sodomita represso, un uranista occulto. Invece ecco il racconto delle tresche nel "Giornale di guerra e prigionia" nella nuova edizione ampliata
Ma Carlo Emilio Gadda non era un sodomita represso, un uranista occulto? Così ho letto tante volte, in tanti autori spesso di quella congrega, smaniosi di arruolarlo. Ora però dalle chiacchiere passo alle fonti ossia al “Giornale di guerra e prigionia” (Adelphi), nuova edizione ampliata. Un grosso diario militare che di quelle dicerie è una smentita. Gadda mostra nervi ben protesi, scrive di “una graziosissima cameriera del lago di Garda, dai folti capelli castani, altissima, snella” e poi della vivandiera del reggimento: “Mi piace di più”. Di baci a Edolo: “Limonai con una sarta qui dirimpetto”. Di tresche in Val Camonica: “Il giorno 20 feci una passeggiata a Rino e trovai una contadina, il cui marito è in Australia, su cui potrò contare per il futuro”. E infatti ci saranno altre passeggiate. Alloggiato a Vicenza non perde tempo: “Nelle ore libere, un po’ di assiduità presso la padrona di casa, una bella signora di dimensioni matronali, in vestaglia e pantofole e incinta”. A Marostica, appena sceso dall’altopiano: “Potei anche ottenere la condiscendenza di una cameriera dell’Albergo ad un altro ‘servizio’ che non compievo da mesi: era una vedova trentenne”. Senz’altro Gadda era un misogino ma è stupido confondere misoginia e sodomia: gli piacevano le cameriere, le vivandiere, le contadine, come a Don Giovanni.