preghiera
Il vino si rispetta, non si esibisce
Fare un giro al grande evento vinicolo è come fare un giro sul viale dove si prostituisce la donna che ami
Vai a fare un giro al Vinitaly? No, fare un giro al Vinitaly è come fare un giro sul viale dove si prostituisce la donna che ami. Lo so di sembrare esagerato: la sensibilità se non ce l’hai non te la puoi dare, e oggi la sensibilità al sacro fatichi a trovarla in chiesa, figuriamoci in una fiera. Al vino come bevanda sacra, da rispettare infinitamente, non da esibire, esaminare, sputacchiare ma da venerare, sono rimasto l’ultimo a credere? Pazienza. Che poi, in effetti, a Verona il 99% delle bottiglie conterrà bevanda profana, che so, Prosecco metodo autoclave (anziché metodo ancestrale), Pinot Grigio (esiste ancora! Piace sempre!), Chardonnay addizionato (ciò che le masse idolatriche chiamano Champagne oppure Franciacorta)… Insomma pornografia del vino. Mentre io prego di trovare, in un luogo silenzioso e segreto, una bottiglia illibata.