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Liceo del Made in Italy? Giammai! Lunga vita all'istituto tecnico agrario
C’è bisogno di uomini pratici, come periti agrari quali Maurizio Milani, Luca Carboni, Luca Zaia. E come Luciano Ligabue che ha studiato ragioneria ma avendo fatto il bracciante e avendo composto “Lambrusco e pop corn” va nominato perito agrario ad honorem
Lunga vita all’istituto tecnico agrario. Non vedo perché farne un liceo. Di ragazzi astratti ce ne sono già troppi. C’è invece bisogno di uomini pratici (come me, come altri periti agrari quali Maurizio Milani, Luca Carboni, Luca Zaia, e come Luciano Ligabue che ha studiato ragioneria ma avendo fatto il bracciante e avendo composto “Lambrusco e pop corn” va nominato perito agrario ad honorem). Che poi, liceo del Made in Italy? A sentire “made in Italy” mi si è sempre accapponata la pelle: per un vero patriota l’inglese è l’orrore. E non è che i licei portino chissà dove: Calenda che dell’ideologia liceale, della supponenza liceale è la massima espressione politica, in Friuli-Venezia Giulia ha preso meno voti di Adinolfi. Al massimo inserirei nel programma un po’ di letteratura latina sul tema: Columella, le “Georgiche” di Virgilio, qualche pagina di Catone, al contempo grande agricoltore, grande autore, grande conservatore… Ma senza dimenticare potatura e innesti. Lunga vita all’istituto agrario che insegna l’agricoltura senza la quale si muore.