Dal sito di Giuseppe Bergomi

preghiera

Lo scultore Bergomi ha capito come ricordare le vittime del Covid

Camillo Langone

L'artista ha capito che il monumento dev’essere collocato in un cimitero, perché la morte deve avere un luogo suo, riservato, rispettato, ma circoscritto. Ha capito che dev’essere di bronzo, per eternare il ricordo di chi eterno non era

Giuseppe Bergomi ha capito tutto (Giuseppe Bergomi lo scultore, e mi tocca precisarlo perché, me lo segnala Instagram, esiste un altro Giuseppe Bergomi, uno sportivo). Bergomi ha capito che un monumento in memoria delle vittime del Covid dev’essere collocato in un cimitero, perché la morte deve avere un luogo suo, riservato, rispettato, ma circoscritto. Ha capito che dev’essere collocato in un cimitero monumentale, e dunque al Vantiniano di Brescia. Ha capito che dev’essere di bronzo, il materiale duraturo per eccellenza: per eternare il ricordo di chi eterno non era. Ha capito che la patina dev’essere nera: del colore del lutto, del mistero e dell’alto stile. Ha capito che deve rammentare la realtà fisica dei defunti e nel primo dei due elementi ha ritratto dodici corpi reali di amici e conoscenti: nudi, a capo chino, indifesi di fronte alla morte. Ha capito che oltre alla rappresentazione della morte serve un’interpretazione della morte e nel secondo elemento si è ispirato alla Cacciata dal Paradiso di Masaccio (il monumento per l’appunto si intitola “Cacciata dal Paradiso”). Ha capito che tutto il male, anche la pandemia ha, come l’odierna Crocifissione, la sua radice in quella lontana, presentissima Caduta: “Polvere tu sei e in polvere ritornerai”. Ha capito qual è il compito dell’arte e alla Caduta ha opposto la Durata.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).