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I terroristi del clima hanno anche la colpa di confondere Emilia e Romagna

Camillo Langone

 I vampiri dell’emergenza giocano sull’ignoranza della geografia. E anziché chiedere a Bonaccini il rafforzamento degli argini, chiedono all’umanità di fermare il clima, ovvero all’occidente di tornare povero

Vade retro terroristi meteo e clima, sempre più strettamente alleati. Apro internet e leggo “Alluvioni in Emilia-Romagna”. Come se ci si muovesse in canotto da Piacenza a Cattolica. Ricevo molti messaggi: come stai? Benissimo, anche perché mi trovo in Emilia e le alluvioni sono in Romagna. Prendo la macchina, apro Google Maps e leggo “Alluvioni nel Nord-Est”. Ma dove? A Merano o a Mirano? Zona Lago di Garda o Carso Triestino? Mi telefonano per offrire un rinvio dell’appuntamento. Perché mai? Per il maltempo? Ho i tergicristalli! Quando arrivo mi guardano tipo sopravvissuto. Come hai fatto? Ho fatto come sempre, le alluvioni non sono in Emilia, sono in Romagna, al limite a Bologna, la Parma è nel suo letto, il Po visto dalla Modena-Brennero non desta preoccupazioni: preoccupatevi per la Romagna, non per l’Emilia! E invece i vampiri dell’emergenza giocano sull’ignoranza della geografia. E rilanciano, raddoppiano, dilatano. Che è un bel modo per non combinare nulla. Anziché chiedere a Bonaccini il rafforzamento degli argini di Savio e Santerno chiedono all’umanità di fermare il clima, ovvero all’Occidente di tornare povero, senza soldi per le grandi sistemazioni idrauliche come nel Medio Evo ecosostenibile: quando non esistevano motori a scoppio e allevamenti intensivi, quando Adige e Po facevano diecimila morti ad acquazzone.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).