preghiera
Se le accuse saranno provate, bisognerà nominare D'Alema e Profumo cavalieri del lavoro
“Corruzione internazionale” allo scopo di vendere aerei e navi alla Colombia. Prodotti del famoso Made in Italy, di Leonardo e Fincantieri: chi sostiene il mercato di queste aziende è un benemerito di quel lavoro che non è la retorica del Primo Maggio bensì la pratica di tutti gli altri giorni
Massimo D’Alema e Alessandro Profumo siano nominati cavalieri del lavoro. Se verrà provato quanto contestato dalla procura di Napoli nei loro confronti: “Corruzione internazionale” allo scopo di vendere aerei e navi alla Colombia. Prodotti del famoso Made in Italy, di Leonardo e Fincantieri, società a partecipazione pubblica che se entrassero in crisi dovrebbero licenziare o gravare sul contribuente. Chi sostiene il mercato di queste aziende è pertanto un benemerito del lavoro. Di quel lavoro che non è la retorica del Primo Maggio bensì la pratica di tutti gli altri giorni. Che poi la Colombia è il paese di Shakira e di Botero ma pure della cocaina (produttore numero uno al mondo): non sarà l’ambiente più sereno. E comunque Machiavelli vale a ogni latitudine, ovunque il fine giustifica i mezzi se i mezzi non sono l’omicidio: tenere aperti i cantieri val bene una percentuale. Il realismo è virtù finanche biblica, lo insegna l’Ecclesiaste: “Ciò che è storto non si può raddrizzare / e quel che manca non si può contare”. La Colombia è il paese di Shakira e di Botero e dello scrittore Gustavo Bolivar Moreno, autore di “Senza tette non c’è paradiso”. Senza stecche non c’è contratto, presumo. D’Alema e Profumo cavalieri del lavoro, se tutto verrà provato.