Potenza (Wikipedia)

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L'idea miserabile di un Sud destinato a vivere di pizzica e di cozze

Camillo Langone

Altro che Matera, meglio andare a Potenza che è l’anti-topos, il fuori-standard. Con due simboli su tutti: il Teatro Francesco Stabile (1881) e il Viadotto dell’Industria (1975). Monumenti che simboleggiano la borghesia e appunto l’industria

Tutti vanno al Sud e tutti vanno in quel Sud che sembra proprio Sud, nel Sud stereotipato, il Sud fatto di mare, sole, arsura, di templi greci e scavi romani, di trulli e masserie, di scenografie rupestri (Matera). Insomma il Sud prostituito al turismo. Io vado a Potenza che è l’anti-topos, il fuori-standard. Per il VII Festival delle Città Identitarie vado nella “più nordica delle città del Sud” (come scrisse Giancarlo Tramutoli) che non ha una generica identità meridionale ma un’identità lucana. Ancor meglio: un’identità potentina. Tanto per cominciare niente mare: montagna. E dunque niente bagnanti. E dunque niente pesce: podolica (razza bovina dell’Appennino). E dunque niente caldo: neve d’inverno, fresco d’estate. Niente trulli: palazzoni. Niente di greco, poco di romano e, importantissimo, nulla di materano. Con due simboli su tutti: il Teatro Francesco Stabile (1881) e il Viadotto dell’Industria (1975). Due monumenti mirabili che simboleggiano la borghesia e appunto l’industria. Due antidoti all’idea miserabile di un Sud destinato a vivere di pizzica e di cozze.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).