preghiera
Che Toto Cutugno possa ritrovare in cielo l'Italia perduta
È morto l'interprete dell’ultimo inno nazionale. “Buongiorno Italia, buongiorno Maria”, all’anagrafe il nome della Madonna era ancora il numero uno, cedette negli anni Novanta perché troppo cristiano e troppo semplice, e adesso il primato è del saccente Sofia
“Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente” (questi ancora ci sono). “Buongiorno Italia che non si spaventa” (negli ultimi anni siamo passati di allarme in allarme, di terrore in terrore, ora bisognerebbe cantare “Buonanotte Italia sempre sgomenta”). “Con sempre meno suore” (nel 1983 il cattolicesimo già declinava ma nel 2023 è proprio mezzo morto). “Con un vestito gessato sul blu” (oggi solo il ministro Urso può osare simile tenuta). “Le calze nuove nel primo cassetto” (i fantasmini non erano previsti, le scarpe coi piedi nudi meno che meno). “Con la bandiera in tintoria” (nessuno più dice tintoria, solo lavanderia). “Buongiorno Italia, buongiorno Maria” (all’anagrafe il nome della Madonna era ancora il numero uno, cedette negli anni Novanta perché troppo cristiano e troppo semplice, e adesso il primato è del saccente Sofia). Che Toto Cutugno, interprete e autore (insieme a Minellono) dell’ultimo inno nazionale, laggiù in quel decennio che fu l’ultimo della sovranità nazionale, l’ultimo del benessere, ritrovi in cielo l’Italia perduta.