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Le frasi immigrazioniste di Garrone sono darwinismo sociale
"Il 70 per cento degli africani sono giovani e hanno il legittimo desiderio di migliorare la loro vita", dice il regista a Venezia. Quindi i vecchi, gli adulti, i padri di famiglia italiani devono invece desiderare di peggiorarla?
“Il 70 per cento degli africani sono giovani e hanno il legittimo desiderio di migliorare la loro vita. E’ un fatto di giustizia” dice il regista Matteo Garrone. Affermazione invasionista, collaborazionista e molto darwinista. Di quel darwinismo sociale che teorizzò la sopravvivenza del più adatto. Scrisse Herbert Spencer: “L’intero sforzo della natura è di sbarazzarsi dei falliti della vita”. E in effetti l’Europa è demograficamente fallita. Sembra che per Garrone, applauditissimo a Venezia per il suo film e le sue dichiarazioni, gli europei siano inadatti al mondo nuovo e debbano estinguersi in fretta e senza storie. Se i giovani africani devono desiderare di migliorare la propria vita, i vecchi, gli adulti, i padri di famiglia italiani devono invece desiderare di peggiorarla? Magari svenandosi per sbarchi e soggiorno di una giovinezza aliena, giunta da quello che Garrone prospetta come continente inospitale e irredimibile? E perché mai? Forse perché la forza e il numero (il 70 per cento degli africani!) devono averla vinta fra gli applausi ai festival e senza discussioni? Perché “giovinezza primavera di bellezza”? Questa canzoncina mi sembra di averla già sentita, risuonava in Italia poco prima di una guerra civile.