Preghiera
Inbal Lieberman e l'importanza dell'autodifesa
La storia della 26enne che ha salvato parte del confine con Gaza e cosa questo può insegnarci
Sono giorni che interpello la Bibbia su Gaza e mai viene fuori qualcosa di buono. Tutto abbastanza apocalittico, a partire da Amos 1,7: “Manderò il fuoco alle mura di Gaza e divorerà i suoi palazzi”. Paradossalmente può rincuorarmi la cronaca, episodi come quello di Inbal Lieberman, la ragazza che ha salvato Nir Am, il suo kibbutz a soli 457 metri dal confine-colabrodo. Su Instagram mi appare una venticinquenne molto normale (fa tatuaggi, ad esempio). Non era una Giuditta ma lo è diventata. Invece di aspettare ordini che non arrivavano, soldati che non arrivavano, all’inizio di quell’8 o 11 settembre israeliano che è stato il 7 ottobre 2023 ha sentito odore di bruciato, ha imbracciato il fucile, ha esortato i compaesani a fare altrettanto, ha cominciato a sparare. E così molti aggressori sono morti e nessuno è riuscito a irrompere nelle case.
Cosa ci insegna Inbal? L’importanza vitale dell’autodifesa. Se davvero Israele siamo noi si estenda anche in Italia il diritto a usare le armi per difendersi e per difendere, e tanto per cominciare si conceda la grazia al gioielliere catanese oggi in carcere per avere sparato a due predoni che stavano picchiando la moglie.