Murray Rothbard - foto Ansa

Preghiera

L'invidia e la violenza del sentirsi uguali

Camillo Langone

Una critica al totalitarismo dei sinistri e a chi si definisce egalitario

"Una società egalitaria può sperare di raggiungere i suoi obiettivi solo attraverso metodi di coercizione totalitari". Murray Rothbard in "Contro l’egalitarismo" (Liberilibri) denuncia il complesso di inferiorità di destri e conservatori: il complesso di inferiorità devono avercelo i sinistri, totalitari che non sono altro. Moralmente inferiori per il contenuto del virgolettato iniziale (se sei un egalitario sei un tiranno o un aspirante tiranno o un kapò del tiranno) e perché "se un obiettivo etico viola la natura dell’uomo e, perciò, non può funzionare in pratica, allora è un cattivo ideale".

Il filosofo libertario americano esorta noi realisti a non concedere alcunché: "I conservatori si sono condannati alla sconfitta nel lungo termine concedendo alla sinistra l’etica e l’ideale. Se a una parte vengono riconosciuti l’etica e l’ideale allora questa parte sarà in grado di effettuare cambiamenti graduali ma sicuri nella propria direzione". Non esiste nessuna nobiltà, nessuna moralità nell’ideale egalitario: solo invidia e violenza. Nell’elettore egalitario, nel militante egalitario (chiunque oggi brandisca la parola "inclusione") si veda innanzitutto il materiale umano più scadente.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).