Preghiera
Meglio lo Stravinskij memorialista dello Stravinskij musicista
Vorrei riuscire ad apprezzarla la musica di un compositore amante della corrida, ma faccio fatica. E' un incubo
Meglio lo Stravinskij memorialista dello Stravinskij musicista. Per le mie orecchie almeno. Leggo con grande piacere “Ricordi e commenti” di Igor Stravinskij e Robert Craft (lo storico assistente), pubblicato da Adelphi. Un passaggio su tutti: “Negli anni di Biarritz diventai un aficionado della corrida di Bayonne e ci andai più volte. Ero là con Rubinstein nella tragica circostanza in cui il toro si liberò di una banderilla e la fece volare per l’aria nel cuore del console generale del Guatemala, che stava vicino al parapetto e che morì all’istante”. Vorrei riuscire ad apprezzarla la musica di un compositore amante della corrida, ma faccio fatica: a Debussy “Le Sacre du printemps” sembrò un “magnifico incubo”, per me vale solo il sostantivo. Grazie a Dio, proseguendo nella lettura, scopro lo Stravinskij religioso. Nella vita: “Bisogna essere credenti, e non solo credenti in figure simboliche, ma nella persona del Signore, nella persona del Diavolo, e nei miracoli della Chiesa”. E nella musica: “Pater noster”, “Credo”, “Ave Maria”, un’intera Messa... I brani sacri mi risultano più ascoltabili: hanno più senso e meno note. E però continuo a preferire lo spirito, l’intelligenza, la curiosità dello Stravinskij memorialista (così come preferisco il Verdi epistolografo al Verdi melodrammatico).