PREGHIERA
Il mondo vuole favole, non fatti. A partire dal vino
Da tempo non leggevo una guida dei vini, finché non mi è capitata sotto mano la nuova edizione della Veronelli
Erano decenni che non leggevo una guida dei vini. Ci fu un tempo in cui compulsavo la guida del Gambero Rosso, penso fosse la fine del Novecento. Guardavo sempre anche le guide dell’Espresso e di Veronelli. Proprio di quest’ultima, fondata da Luigi Veronelli, grande maestro antico, mi è capitata in mano la nuova edizione. E non sono riuscito a impedirmi di leggerla da cima a fondo, in un paio di notti (leggo soprattutto la notte) di piacere e conoscenza. Non sono qui per discuterne i criteri: i miei sono diversi. Non sto a elencare inclusioni ed esclusioni: si farebbe notte e poi che senso ha. Non perdo tempo con gli elementi soggettivi, preferisco ammirare la componente oggettiva: i dati. Quella concretezza oggi ignorata da tutti, me compreso, siccome la critica è morta e l’opinione vivissima. La Guida Veronelli, come magari anche le altre, informa sia della realtà aziendale (ad esempio gli ettari vitati) sia della realtà dei vini, dal tipo di contenitore utilizzato per l’affinamento al numero di bottiglie. Sono dati decisivi, alcuni introvabili perfino su internet, senza i quali un vino non lo capisci davvero e non lo puoi spiegare davvero. Poi però mi ricordo che il mondo non vuole fatti, vuole favole.