Preghiera
La fine degli amari. Gli italiani sono in piena regressione gustativa
L’esplosione degli amari dolci, così come del prosecco giammai secco e dello spritz sciropposo, è un effetto della crescente indistinzione dei sessi. Erotica, lavorativa, sportiva, vestimentaria, e potatoria: uomini e donne che bevono le stesse cose
Pranzo in Romagna con Baldo Baldinini, vermuttista sommo, e fra canocchie e poveracce (le vongole di qui) riflettiamo sul fatto che gli amari non sono più amari. Sono liquori. Liquori dolci. Per Baldo non esistono ricette segrete, grazie al naso da profumiere è capace di svelarle tutte. Per lui la liquoristica è una lunga storia e mi racconta che a essere dolci non sono soltanto i nuovi amari. Anche i vecchi amari, gli amari classici, negli ultimi anni si sono addolciti, riempiti di zucchero malefico. Gli italiani sono dunque in piena regressione gustativa. Potrei parlare di infantilizzazione, visto che i bambini l’amaro lo respingono con sputi e smorfie. O di femminilizzazione, siccome le donne hanno più papille sulla lingua e all’amaro sono più sensibili. Ma la parola più giusta è indifferenziazione. L’esplosione degli amari dolci, così come del prosecco giammai secco e dello spritz sciropposo, è un effetto della crescente indistinzione dei sessi. Erotica, lavorativa, sportiva, vestimentaria, e potatoria: uomini e donne che bevono le stesse cose. Ohibò. A fine pranzo Baldo mi annuncia di stare studiando un amaro amaro. Sarà talmente amaro da costituire un discrimine e rilanciare la differenza sessuale? Dio, che maschio e femmina ci creò, lo voglia.