preghiera
La claustrofobica normalità degli scrittori–pendolari italiani viventi
Non è più possibile separare mentalmente le immagini quotidiane, noiose, monotone di chi, in Italia, scrive, dalle loro opere. Pochi ormai comunicano sogni di libertà e infinite possibilità, sogni di ciò che non si è
Faccio sempre più fatica a leggere i libri degli scrittori italiani viventi perché me li immagino usare l'autobus, il tram, la metropolitana. E cosa mi può insegnare uno scrittore abbonato ai mezzi pubblici? Quale bellezza, quale felicità, quale libertà può vivere e trasmettermi? Attendo con brama il prossimo libro di Aurelio Picca, eccezione individualista: grande scrittore, grande guidatore (leggendarie le sue Jaguar). Ho postato la foto che ho scattato a Urbino di una Jeep Rubicon davanti a un palazzo rinascimentale, chiaramente mio ideale di vita siccome su quella Jeep voglio salire e in quel palazzo voglio soggiornare: potente abbinamento per contrasto, innesto di antico e moderno, grazia e forza, Italia e mondo. E lui subito ha chiamato per dirmi che, combinazione, sta trattando una Rubicon rossa: “Una bestia! Mette paura!”. Potremmo farci un bel giro! “Sì! Vogliamo andare sulle Alpi Svizzere a vedere lo chalet di Balthus? Anche se nevica non ce ne frega niente, hai visto che ruote, partiamo lo stesso”. E’ un rosso tipo Ferrari? “E’ un rosso Ferrari ma è meglio della Ferrari: è un carro armato feroce, schiacciamo tutti!”. Rombante, urgente Aurelio Picca.