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Mangiare davvero bene è possibile solamente con piatti belli, e rotondi

Camillo Langone

Il godimento culinario non può fare a meno della bellezza estetica di una portata offerta in un piatto esteticamente potente: non si tratta di eccentrico fanatismo, ma dell'esperienza completa di tutti i sensi, a tavola

Regalatevi piatti belli per Natale. Mangerete meglio. Capisco che il nesso sia difficile da cogliere a chi ignori il kalòs kagathòs dei greci, a chi si compiace di frequentare trattoriacce con grissini confezionati, saliere e formaggiere, a chi non è sfacciatamente fortunato come me che al ristorante per due volte di fila ho mangiato su piatti Richard Ginori: all’Osteria Francescana (Modena) e all’Osteria del Viandante (Rubiera). Osterie per modo di dire, chiaro, ma ricordo gli stessi piatti anche al Cavallino di Maranello e al Macramè di Reggio Emilia, dove i conti sono molto più lievi. Meraviglie del ducato estense, ristoranti che soddisfano non solo il gusto ma anche gli altri sensi, tavole che inducono desiderio e felicità... Non sono così fissato come sembra, pur stravedendo per la marca di Sesto Fiorentino posso mangiare alla perfezione anche su piatti (ovviamente sempre rotondi) di Geminiano Cozzi, Bitossi, Arcucci, Muraglia, Nicola Fasano... L’importante è che siano belli. E che non mi si chieda più “Come hai mangiato?” ma “Su cosa hai mangiato?”.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).