Preghiera
Quando alcune discriminazioni valgono meno di altre
Viviamo in un'epoca in cui è lecito escludere persone nel nome di una lotta di inclusione retorica e falsa
Le discriminazioni siano tutte lecite oppure non lo sia nessuna. Fare come si fa adesso, favorire determinati gruppi a scapito di altri, è realizzare quello che Roger Scruton definiva “la discriminazione perpetrata nel nome della non discriminazione”. Come mai negli annunci di lavoro posso scrivere di cercare giovani ma non di cercare, che so, bianchi, maschi, cattolici? Perché i non bianchi, i non maschi, i non cattolici sono oggi particolarmente tutelati, in alcuni casi avvantaggiati. Mentre sui non giovani chiunque si può accanire.
L’inaudita politica di assunzioni ora avviata dall’industria casearia Brazzale, assumere sessantenni credendo nel loro specifico apporto, mostra che il re dell’inclusione è nudo. Che il sistema politico-economico, unanimemente dirittista-virtuista, compattamente retorico-arcobalenico, è falso e bugiardo, consentendo una spietata forma di esclusione basata sulla data di nascita. Laddove la discriminazione anagrafica è anche contro la ragione (un sessantenne sano in pensione è una follia, chi non lo capisce se lo faccia spiegare dai demografi).