Preghiera
Il film di Wim Wenders ambientato a Tokyo che mi ha rincuorato
L'eremita metropolitano buono, che dimostra come la felicità sia indipendente dalla ricchezza
Dovendo scegliere tra il film romano-nicciano (Castellitto) e il film nipponico-altruista (Wenders), vado a vedere quello ambientato a Tokyo. Ho la sensazione che possa giovarmi maggiormente. Il protagonista è un uomo delle pulizie, pulizie di bagni pubblici, impegnato a svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi. Un sessantenne analogico (affezionato alle musicassette, alla fotografia su pellicola, alla lettura su carta…), taciturno e solitario, nonostante tutto sempre sorridente. Si intuisce che la sua è una scelta di vita, di umiltà e distacco. E’ un eremita metropolitano ed è un uomo buono. Come speravo il film mi ha rincuorato, ricordandomi che la felicità può essere indipendente dai soldi e questa è una nozione trascurata eppure quasi indispensabile (pertanto non solo il protagonista fa del bene col suo lavoro e con la sua gentilezza: anche il regista fa del bene con questo film). Qualche materialista ha trovato la vicenda del tutto inverosimile. Perché non conosce colui che ha detto: “Gli ultimi saranno i primi”.