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Preghiera

Sia lodato Don Minzoni, antifascista

Camillo Langone

Un grande sacerdote, di Argenta, che capì molte cose su fascismo e comunismo, anticipando Eliot

“La pittura murale è arte sociale per eccellenza” disse Mario Sironi che in quanto fascista di socialismo se ne intendeva. Per questo i murali piacciono poco a un antisociale come me. Con le dovute eccezioni come il murale dipinto da Giulia Pasa Frascari (Bologna 1992) su una cabina elettrica di Argenta. Dedicato a un grande sacerdote morto ammazzato in questa cittadina persa nella pianura tra Ravenna e Ferrara: don Giovanni Minzoni. Il murale mi spinge ad approfondirne la figura. Don Minzoni era un notorio antifascista e aveva per giunta istituito un gruppo scout nella sua parrocchia, e i fascisti gli scout non li potevano soffrire. Perciò venne ucciso a bastonate una sera di agosto del 1923, da due squadristi mandati probabilmente da Italo Balbo. Cose che grosso modo sapevo. Invece non conoscevo il seguente episodio: gli proposero di diventare cappellano della milizia fascista, in un estremo tentativo di cooptazione, e lui rifiutò spiegando che in quei ranghi c’erano troppi ex comunisti. “Fascismo e comunismo non sono che variazioni della stessa dottrina” scrisse Eliot nel ‘29: un prete della Bassa lo aveva capito prima. Sia lodato Don Minzoni.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).