Preghiera
Il turismo è disamore e ignoranza. Seguire l'esempio di Luigi Ghirri
Nel progetto "Viaggio in Italia", lui e altri fotografi raccontarono il paese, da Reggio Emilia a Follonica. Luoghi di amor proprio
Non si vada a Parigi, Amsterdam, Londra, Barcellona, si vada a Reggio Emilia, Follonica, Cesena, Lido di Spina. Si impari da Luigi Ghirri e dagli altri fotografi che nel 1984 diedero vita a “Viaggio in Italia”, epocale progetto di rifondazione visiva oggi celebrato in “Viaggiatori ai margini del paesaggio. Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi, Jodice” di Corrado Benigni (La nave di Teseo). Fu luminoso invito a “una collettiva riapertura dei propri occhi sui propri luoghi”. Fu, soprattutto, reinvenzione della Val Padana. Prima di Ghirri la Bassa visivamente non esisteva: a quale pittore, a quale fotografo sarebbe mai venuto in mente di scegliere come soggetto un canale di Roncocesi? Per lui, e per il suo grande sodale Guido Guidi, fotografare significa abitare. Sebbene sussurrata, priva di enfasi, è una forma di amor proprio e dunque il contrario del turismo che è disamore, ignoranza, incuria e, in casi estremi (viaggi ad Abu Dhabi…), cancellazione di sé stessi.