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Preghiera

Lode agli spaghetti all'assassina di Bari

Camillo Langone

Il loro ritorno sulle nostre tavole manifesta la circolarità del tempo, la non inevitabilità del progresso. A questo punto c'è speranza perfino per i gamberetti in salsa rosa

Lode agli spaghetti all’assassina, sollievo di noi reazionari. E’ una storia incredibile: un piatto inventato a Bari nel 1967, presto decaduto, quindi scomparso, infine, dopo decenni di oblio, rinato grazie a un gruppo di nostalgici, ad alcuni libri e a una serie tv. Oggi nella città di San Nicola è più facile trovare questi spaghetti bruciacchiati, croccanti e piccanti (da cui il nome) che la tiella o le brasciole. Conosco resurrezioni più importanti e però anche una piccola resurrezione gastronomica ha qualcosa di commovente. A questo punto c’è una speranza perfino per i gamberetti in salsa rosa, per i tortelli panna prosciutto e piselli, per il filetto al pepe verde, per la macedonia di frutta... Gastronomicamente parlando nessuno dei piatti succitati merita di essere rimpianto, ormai il loro significato è altrove. E pure l’importanza degli spaghetti all’assassina supera di gran lunga il dato alimentare. Il loro ritorno manifesta la circolarità del tempo, la non inevitabilità del progresso che tutto annienta e che è il vero assassino (gli spaghetti nonostante il nome sono innocenti).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).