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Preghiera

Giù le mani dalla favolosa cucina italiana

Camillo Langone

Alberto Grandi e Daniele Soffiati, due nemici della patria, scrivono della non esistenza della gastronomia nostrana. Ma anche fosse un'invenzione recente, non sarebbe geniale?

Italiani popolo di mitopoieti. Non più di poeti, come si diceva, ma di inventori di miti. Di miti gastronomici per la precisione. Questo si evince leggendo “La cucina italiana non esiste” di Alberto Grandi e Daniele Soffiati, due nemici della patria che si divertono tantissimo a raccontare che il ricettario nazionale è quasi tutto allogeno e postbellico. Se prima di Grandi e Soffiati non hai letto l’Artusi potresti pure pensare che in Italia negli anni Trenta si mangiasse cucina tipica scandinava, o forse indiana… Meno male che io ho letto perfino Orazio e che ancora mangio come lui làgane e ceci e addirittura fave e cicoria, suppergiù la puls fabata considerata antichissima già da Plinio il Vecchio…

Ma anche se fosse, anche se i due autori (antinazionalisti e molto ovviamente antigovernativi) avessero ragione, anche se davvero gli italiani si fossero inventati di recente la loro cucina, non sarebbe fantastico? Non sarebbe geniale? L’Italia fondata sulla pizza, sulla carbonara, sul tiramisù… Se la cucina italiana è una favola è una favola bella ed è una favola buona. Giù le mani dalla favolosa cucina italiana!

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).