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Preghiera

Ci volevano i maomettani per ridare importanza a Dante

Camillo Langone

I connazionali del Sommo non riescon a capire quanto la Divina Commedia sia contraria a Bruxelles e Washington, all'immigrazione e alla miseriscordia bergogliana

Dante, Padre Dante, ci volevano i maomettani per prenderti nuovamente sul serio. Per i postcristiani italiani il tuo poema è solo antiquariato letterario, pagina ammuffita, canto scaduto (il ministro Sangiuliano cercò di attualizzarti ricordando, peraltro sulla scia di Umberto Eco, la tua natura di intellettuale di destra: risero tutti, gli stolti). I tuoi connazionali sul serio non riescono più a prenderti e così non riescono a capire quanto la Divina Commedia sia contraria a Bruxelles e Washington (“Ahi serva Italia”), all’immigrazione (“diverse lingue, orribili favelle”), alla misericordia bergogliana (“Dio vuol che ‘l debito si paghi”). E naturalmente a Maometto, “seminator di scandalo e di scisma”. Invece ti hanno capito benissimo i genitori musulmani che hanno chiesto e ottenuto, per i loro figli frequentanti una scuola veneta, l’esenzione dallo studio dei tuoi versi. Sono buoni esegeti: davvero la Divina Commedia è incompatibile con l’islam. Dante, Padre Dante, prego che gli italiani imparino da loro la seguente lezione: i capolavori non sono vecchi documenti, sono costanti insegnamenti.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).