(foto LaPresse)

Preghiera

Quando il Papa usa il dialetto è realista

Camillo Langone

Bergoglio che dimentica l'italiano ricorda Belli, il primo a scrivere "froscio" con l'accezione nostra. Il vernacolo non consente mistificazioni

Non era merito di Papa Bergoglio, era merito del dialetto. Le pronte scuse della Sala stampa vaticana, espresse nella solita lingua finta degli uffici stampa, ne sono la conferma. Quando il Papa gesuita usa l’italiano è ideologico dunque omosessualista come tutti i mondani, e inevitabilmente si piega a pronunciare la parola americana di tre lettere, riverenza lessicale a Sodoma. Invece quando usa il dialetto è realista perché non può non esserlo: il vernacolo non contempla astrazioni, non consente mistificazioni. In dialetto puoi tradurre il Vangelo, non puoi tradurre Foucault né Judith Butler. Quando Bergoglio dimentica l’italiano ricorda Belli, il primo a scrivere “froscio” con l’accezione nostra (lo fece nel fantastico sonetto “La pissciata pericolosa” riferendosi, guarda caso, a una guardia svizzera). Quando Bergoglio dimentica l’italiano ricorda la dottrina della Chiesa. Usi di più il dialetto!

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).