Preghiera
Gli scrittori di oggi non sono specializzati, sono limitati
L'inferiorità degli autori del ventunesimo secolo rispetto a quelli del ventesimo è indiscutibile e terribile. Erano loro dei portenti o siamo noi dei deficienti?
L’inferiorità dei vivi rispetto ai morti è oggettiva in molte categorie. L’inferiorità degli scrittori del ventunesimo secolo rispetto a quelli del ventesimo è indiscutibile e terribile (per noi viventi). Ci ho pensato scorrendo l’elenco dei 100 scrittori italiani invitati a Francoforte e poi ammirando la collezione di opere di scrittori-pittori raccolta dallo scrittore-non pittore Paolo Bianchi. Nella sua casa milanese ho visto pezzi fantastici di Buzzati, Carlo Levi, Maccari, belle cose di Guareschi, Rosai, Soffici, Viani, perfino un autoritratto di De Pisis (per la sottocategoria pittori-scrittori), e vari altri. Tutti personaggi capaci di scrivere bene o benissimo e di dipingere (o disegnare) a livello analogo. Ma come facevano? Scrivevano “Il deserto dei tartari”, “Cristo si è fermato a Eboli”, “Don Camillo”, scusate se è poco, e subito dopo o subito prima realizzavano quadri siffatti. Erano loro dei portenti o siamo noi dei deficienti? Possibile che la presente narrativa seriale e transeunte sui commissari richieda più concentrazione dei capolavori letterari del passato? Oggi gli scrittori sono specializzati? No, sono limitati.