Preghiera
Dio benedica le donne che non rientrano nelle statistiche
La popolazione femminile starebbe abbandonando la Chiesa a un ritmo più veloce di quello degli uomini. Ma io amo le eccezioni, gli imprevisti, i miracoli
Odio le statistiche perché in fondo alle statistiche, come dentro gli orologi, intravedo la morte. Amo le eccezioni, gli imprevisti (“sola speranza” scrisse il poeta), i miracoli. Dopo aver letto che le donne stanno abbandonando la messa “a un ritmo più veloce di quello degli uomini” (tetra statistica fornita dal sociologo Diotallevi) parcheggio davanti all’ingresso laterale della chiesa di Fiesso d’Artico. Non ci tornavo da tanto. E’ dal 2002 (tempo beato, c’era ancora Papa Giovanni Paolo II) che in questo paese sulla Riviera del Brenta si fa l’adorazione eucaristica perpetua. Ovvero si prega ininterrottamente (24 ore su 24, 7 giorni su 7) davanti al Santissimo Sacramento. Entro un po’ preoccupato, col timore che i numeri di Diotallevi siano giusti e che i parrocchiani non siano più sufficienti a coprire tutti i turni di preghiera. Ma nella cappella ci sono tre donne. Di più: tre giovani donne. E una di loro è inginocchiata col rosario in mano. Vorrei inginocchiarmi io davanti a lei ma non oso nemmeno fissarla e di sicuro non commetto l’empietà di scattare una fotografia. La visione di queste fedeli in preghiera non ha valore statistico, ha valore personale: sostiene la mia poca fede, alimenta la mia pochissima speranza. Dio benedica le donne impreviste di Fiesso d’Artico, e tutte le donne che non rientrano nelle statistiche.