preghiera

La bellezza è per sempre Françoise Hardy

Camillo Langone

Nella foto col miniabito di Paco Rabanne, la cantante francese fa sognare una bellezza capace davvero di salvare il mondo. Il suo fascino resta nel presente, anche ora che è morta

Che cos’è la bellezza? Sono millenni che i poeti, i filosofi, gli estetologi, i teologi se lo domandano, fornendo poi risposte generiche o discordi. Eppure è facile. La bellezza è Françoise Hardy. Si noti che ho usato il presente, non il passato. La bellezza è per sempre Françoise Hardy col miniabito bianco di Paco Rabanne (1966). Ci sarebbero anche le foto scattate a Cadaqués in cui gioca a fare la musa di Salvador Dalì, ma sono troppo affollate di accessori, baffi, berretti, bastoni, perfino un gattopardo... Meglio l’essenzialissimo vestitino di Rabanne. Non è un fatto personale: non l’ho mai conosciuta. Né un fatto musicale: la canzone francese non è il mio genere. Né un fatto generazionale: al tempo del suo successo stratosferico non ero su piazza. E’ un fatto squisitamente estetico, legato a quella vecchia, sempiterna foto che mi fa sognare una bellezza davvero capace di salvare il mondo. Perché quando è così sovrabbondante toglie il fiato, induce ammirazione, incute rispetto. Ma bisogna percepirne l’origine divina (gli stupratori non percepiscono e sono pertanto dei dissacratori e degli atei, compresi i figuri di Hamas). Davanti alla bellezza si pianga e ci si arrenda.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).