preghiera
"Che cosa siamo diventati?", chiede Mentana. Parlasse per sé
Nel suo sermoncino invasionista, il direttore del TG7 ha gettato la colpa su tutta la nazione (ma lui dice “paese”). Ma le responsabilità sono personali, le colpe sono personali come del resto i meriti
Parlasse per sé, Mentana. Nel sermoncino invasionista sul bracciante indiano abbandonato morente per strada, forse dal suo datore di lavoro, ha gettato la colpa su tutta la nazione (ma lui dice “paese”). Parlasse per sé, Mentana: le responsabilità sono personali, le colpe sono personali come del resto i meriti, a forza di generalizzare si arriva agli ebrei deicidi e ai neri con la musica nel sangue. Fingendo equidistanza destra/sinistra ma ovviamente stando a sinistra (criticando gli elettori leghisti di Monfalcone scontenti di vivere fra maomettane velate) il direttore del TG7 ha fatto una domanda retorica: che cosa siamo diventati? Io, che parlo sempre per me, non sono diventato nulla di diverso da ciò che ero, né peggiorato né migliorato, continuo a essere un conservatore e a cercare di conservare ciò che amo. Innanzitutto me stesso e poi la ragione, il discernimento e dunque il non confondere, come fa l’ideologia immigrazionista, mele e pere, albanesi e cinesi, braccianti e stupratori, cristiani e alieni, lavoratori e parassiti. Parlasse per sé, Mentana, parlare per tutti è molto difficile e proprio impossibile per chi ricorda Singh ma tralascia le altre due persone morte sul lavoro nello stesso giorno e nella stessa regione: Vincenzo e Plinio. Italiani. Non facevan gioco.