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La femminista Bouazzouni ha ragione: l'identità maschile è legata alla carne

Camillo Langone

L'autrice di un libro dal titolo preoccupante: “Faminismo. Il sessismo è in tavola”, ce l'ha con i maschi, i ricchi e i bianchi (come se lei fosse nera). Ma almeno mette in chiaro che maschio vegetariano è contraddizione in termini

“L’identità maschile è legata alla carne e al suo consumo”. Non l’ho detto io, che pure lo penso, l’ha detto a Rolling Stone la femminista francese Nora Bouazzouni, autrice di un libro dal titolo preoccupante: “Faminismo. Il sessismo è in tavola”. Questa Bouazzouni è una femminista cattivissima, non soltanto ce l’ha con i maschi, come da statuto, ce l’ha con i ricchi e ce l’ha con i bianchi, come se bianco e ricco fossero sinonimi (non sembra abbia letto Vance) e come se lei fosse nera. Mentre non basta avere un padre algerino per essere camiti: capisco che essere o fingersi africani (Kamala Harris…) faccia politicamente gioco ma è più chiara di me, avrà sangue berbero come Sant’Agostino e Isabelle Adjani, si rassegni. Ha ragione soltanto sulla carne: fa parte dell’identità maschile. Così come il già analizzato fagottino alla mela rimanda alla personalità femminile-infantile. Maschio vegetariano è contraddizione in termini, maschio carnivoro è, siccome qui si fugge il binarismo, gradazione di merito. Carne di cui non si evince immediatamente l’origine, tipo hamburger e tagliata: maschio. Carne con osso, tipo bistecche e costolette: molto maschio. Carne con becco, testa, zampe, insomma cibo estremo: maschissimo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).